18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



21 gennaio 2007

Effetti collaterali di una serata tivvù in compagnia di Massimo Ranieri

Qualche sera fa ho realizzato, finalmente, la piccolezza della mia vita ed i valori importanti che dovrebbero esserne la guida.
Mi sono emozionata così profondamente che all'improvviso ho provato una morsa allo stomaco, poi una vampata grandissima, le mani sudate e, quindi, le lacrime che, senza sosta, hanno percorso il mio viso come se fosse stato aperto un rubinetto da tempo ormai chiuso.
Tutte le mie debolezze femminili sono cadute, lasciandomi inerme davanti al televisore, come denudata, consapevole di provare in quel momento una gioia ed una commozione che credevo non sarei mai stata in grado di percepire in modo così forte per un avvenimento esterno alla mia vita.
Eppure è successo.
Il groviglio nello stomaco pian piano ha preso piede, necessitando, alla fine di esplodere in pura commozione, insieme a lui, Massimo Ranieri.
L'idolo delle mamme -anche se ultimamente più liftato di Cher-, è tornato infatti di nuovo in televisione con un programma che riconosce alle donne l'importanza del loro ruolo di compagne, amanti, amiche, donne d'intelletto e muse ispiratrici.
Facendo zapping in una noiosa serata costretta a stare a casa per via dell'inflluenza, all'improvviso mi è arrivata quell'illuminazione, apparentemente non dettata da quanto la mia vista stava trasmettendo al cervello: una panchina bianca, alle spalle una luminosa scenografia, e silenzio in studio facevano da contorno ad un uomo, Massimo, seduto accanto ad una donna a lui avvinghiata.
Prima di chiamarla a sè sulla panchina, Massimo aveva però anticipato al pubblico di come, pur dedicandosi a cose che ama profondamente come la recitazione ed il canto, non esser riuscito in questi anni a portare avanti un altro amore della sua vita: quello per una figlia, Cristiana, nata quando lui aveva solo 19 anni.
Da lì l'apoteosi.
Cresciuta con il sabato sera della Carrà, convinta che l'Argentina sia un luogo lontanissimo ed irrangiungibile, dove la modernità delle comunicazioni e dei trasporti ancora non è arrivata, ho sentito subito una prima stretta allo stomaco.
Poi Massimo ha chiamato a sè quella ragazza, accomodandosi su quella panchina, bianca come la sua pura anima da "giovane cantante di successo che allora, in quel momento della sua vita, era stato trascinato via da questa storia" per il solo bene della sua carriera agli esordi.
Cristiana si è quindi precipitata dalla platea alla panchina, imbarazzata ma felice di riabbracciare finalmente quel padre latitante da ben 35 anni, in grado tuttavia non solo di riconoscere i propri errori, ma anche di farlo davanti a milioni di persone (anche se i dati del giorno seguente hanno confermato uno share solo del 18.49%); Massimo aveva voglia di parlare, di togliersi dal cuore quel peso che lo opprimeva da anni e che gli ha permesso nel frattempo solo di "seguire da lontano" questa bambina nel suo diventare donna.
Le sue parole mi hanno fatto trasecolare: "Anche se sono tanti anni che non ci vediamo, mi è sembrato giusto farlo qui. Perchè ritengo questo posto la mia casa" (ed infatti, la scorsa settimana, su quella stessa panchina, aveva presentato al pubblico la mamma, per cui se, da buon meridionale, ha una famiglia numerosa, teoricamente dovremmo stare a posto per i prossimi sei mesi con la generosa presentazione della sua famiglia).
Non contento di aver già shoccato profondamente il mio sistema neuropsichico, ha continuato ad abbracciare quella figlia molto simile a lui fisicamente e ha deciso, quindi -dopo averle promesso davanti a tutto il pubblico chiamato come testimone di essere in futuro un buon padre-, di dedicarle, per suggellare ulteriormente la sua promessa, "La cura" di Franco Battiato.
A quel punto la consapevolezza di essere prematuramente entrata in menopausa ha preso piede in me; il desiderio di avere anche io un padre che coraggiosamente mi riconosce dopo 35 anni all'interno di una trasmissione televisiva mi ha provocato il fastidio di avere una famiglia così banale da avermi fatto nascere all'interno di un matrimonio con entrambi i genitori non latitanti.
Mi sono sentita in quel momento un Calimero della situazione. Avrei voluto in quel momento avere due mamme ed essere nata in provetta.
Un padre che mi dedica La cura di Battiato, infatti, è qualcosa che non mi capiterà mai nella vita, ascoltando il mio solo Astor Piazzolla ed avendo già resa pubblica la sua paternità a suo tempo all'anagrafe e pubblicamente alla festa dei miei diciotto anni eseguendo con me il valzer di rito davanti agli invitati.
A me, quindi, non sarà mai data la possibilità di partecipare ad un reality che si spaccia per trasmissione-contenitore del venerdi sera su una rete nazionale.
La mia sarà sempre un'esistenza banale, non scriverò mai libri in cui poter raccontare le mie peripezie sessuali da adolescente precoce -con cui oltretutto fare un sacco di soldi e grazie al quale ricevere il plauso dei miei familiari per aver permesso loro di comprare una bella macchina con la sola mia generosità nel dare a tutti (o quasi) qualcosa che appartiene poi a tutte le donne-.
Non ho inoltre parenti argentini da rivedere dopo anni; nè un fidanzato rinchiuso nella casa del Grande Fratello che mi renda cornuta davanti ad un sacco di persone. Per finire, poi, l'unico trono su cui ho avuto l'onore di sedere nella mia vita è quello di un Babbo Natale dei grande magazzini quando avevo 5 anni, ma solo perchè gli ho fregato il posto.
Vedere Massimo così, inerme, con le lacrime che segnavano il suo volto scavato è stato davvero emozionante...adesso mi aspetto che prossimamente la Hunzicker faccia pace sul palco dell'Ariston con la sua Maga Magò, rimpiangendo pubblicamente di averle sottratto il compagno mentre stava con suo figlio.
A quel punto sì che il mio mondo sarebbe davvero così banale ed opprimente da spingermi a svelare finalmente di essere io il gelato al cioccolato di Pupo.
Ma questa è un'altra storia.
Solo quando daranno anche a lui una trasmissione televisiva in prima serata verrà fuori.
Per ora mi limito all'assunzione di estrogeni. O quando arriverà il mio momento sarà noto a tutti l'effetto che Massimo ha causato in me.



-Pezzo uscito il 23/01/07 su www.imgpress.it-

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