18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



30 marzo 2007

Il Lama Singha Rinpoche. La "saggia rockstar" d'Oriente

Non ho sbagliato a scrivere il titolo del post, nè voi a leggerlo. Il video è di Singha Rinpoche, lama buddista "rinpoche", vale a dire un monaco tibetano, reincarnazione di lama di livello spirituale elevato, che ha deciso di insegnare la via per il Nirvana attraverso le note dell'hip hop e del rap, rigorosamente in cinese, tibetano ed inglese.

La cosa che incuriosisce di più, in effetti, è l'appartenenza di Singha ai monaci "rinpoche", della scuola Vajrayana, molto diffusa in Tibet, specie nella sua zona centrale. Per oltre duemila anni, infatti, questi monaci hanno vissuto nei monasteri dell'Himalaya senza acqua, luce, gas e riscaldamento, ripetendo dalle quattro del mattino fino a tarda notte i mantra salmodiani e i canti e mangiando le cose cose che gli altri offrivano loro.

Risulta, dunque, per lo meno strano, che uno di loro abbia deciso di abbandonare la tipica veste arancione e la testa pelata per sfoggiare giubbotto di pelle nera, chioma fluente e ingellata, atteggiamenti da rockstar e commercializzazione del proprio sapere. Perchè di sapere si tratta, dato che Singha canta la dottrina buddista. Eppure è successo, scatenando l'ira funesta di quasi tutta l'Asia, già messa in allarme l'anno scorso dalla pubblicazione del suo libro "This is me", in cui non dava di sè proprio l'immagine di monaco probo e rispettoso dei precetti del Vajrayana. Il governo di Taiwan, pertanto, gli ha proibito l'ingresso nel Paese, avendo una condotta di vita totalmente contraria ai precetti dei monaci.

Ma Singha, a quanto pare, fa spallucce; oggettivamente bello e tenebroso, con una calda voce e numerosi fan nel Paese, invece di ripetere ossessivamente i mantra salmodiani in uno sperduto monastero tra le montagne, inginocchiato su un cuscino giallo con su ricamato il fiore di loto, preferisce fare il Buddha vivente, scrivere libri, incidere dischi e girare video e spot da mandare in onda nelle maggiori televisioni musicali asiatiche e mondiali.

Che sia questo l'unico modo per riuscire a parlare di anima e sua realizzazione nel 2007? Che si voglia emulare comportamenti non ortodossi rispetto alla comunità di appartenenza accaduti nel mondo cattolico (vedi il caso di Monsignor Milingo) per non far restare il continente asiatico un passo indietro in questo senso rispetto al "coltissimo" mondo occidentale?

O, forse, aveva semplicemente ragione John Fitzgerald Kennedy quando diceva che "il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico della crescita".

29 marzo 2007

Decreto antiviolenza negli stadi. Come mai siamo governati da dei buffoni?

2 febbraio 2007: si gioca la partita Catania-Palermo.
In seguito alla guerriglia fuori dallo stadio, muore l'ispettore di polizia Filippo Raciti.
38 anni, una moglie e due figli.
Già il 7 febbraio si poteva leggere su tutti i giornali titoli come questo: «Il Consiglio dei Ministri ha varato stasera un decreto legge "severo e senza precedenti" », mentre Luca Pancalli -commissario straordinario della FIGC da settembre 2006- ringraziava ovunque il Governo "per l'impegno e la tempestività" con cui era stata affrontata la problematica delle sicurezza negli stadi.
Un mese dopo, il 7 marzo, il Senato approvava a larghissima maggioranza (246 voti favorevoli e 5 astenuti) il decreto legge contro la violenza negli stadi, che, però, a causa di alcune modifiche apportate durante le discussioni, doveva ritornare alla Camera per la conferma del voto (secondo l'iter della navette legislativa).
Il testo che veniva presentato ai deputati in quell'occasione prevedeva un forte giro di vite contro gli ultras, con un aumento delle pene; per lesioni gravi, ad esempio, la condanna da infliggere sarebbe stata aumentata a 10 anni e 6 mesi, invece dei 4 anni e 6 mesi attualmente previsti dal nostro ordinamento. Il provvedimento, inoltre, aumentava il Daspo -acronimo per Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, misura già introdotta nel nostro ordinamento da una legge del 1989- ed introduceva pesanti sanzioni contro chi esponeva striscioni a contenuto razzista. Altre misure, infine, riguardavano la fragranza di reato -estesa a 48 ore- e l'impossibilità per lo spettatore di acquistare più di 4 biglietti di una partita.
Nella seduta della Camera del 15 marzo, tuttavia, le cose si sono complicate; molti, infatti, i punti su cui il dibattito si è animato. Nel dettaglio, gli aspetti che hanno fatto più discutere sono stati il reato ideologico per chi espone striscioni, l’inasprimento delle pene (con reclusione anche fino a 18 anni) per l’autore di lesioni gravi ai danni delle forze dell'ordine ed il differimento fino a 48 ore della flagranza di reato.
A ciò si è aggiunta poi la richiesta del presidente della Lega calcio, Matarrese, di apportare modifiche nella parte in cui si prevedeva che le società di calcio avrebbero dovuto pagare i costi di adeguamento degli stadi.
Al termine di quella lunga giornata, il risultato è stato che il decreto andasse ai supplementari, per usare un termine calcistico; per lunedì 19 marzo è stata, dunque, prevista una nuova riunione della Camera per la discussione su ulteriori emendamenti, da aggiungere all'unico approvato, ossia la "possibilità" -non più quindi la "doverosità"- per le società di partecipare alla spesa per l'adeguamento degli stadi.
Dopo più di una settimana di discussioni -ricca per di più di altre questioni importanti, quali il rifinanziamento della missione in Afghanistan-, infine, la Camera ha approvato l'altro ieri il "suo" decreto antiviolenza, che, tuttavia, necessita di un nuovo passaggio al Senato a causa delle modifiche apportate all'ultima versione da questo approvata.
Inoltre, ieri le commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Palazzo Madama hanno ulteriormente modificato il provvedimento in esame, rendendo perciò necessaria una nuova votazione di Montecitorio.
Sembra davvero, a questo punto, che nel nostro Paese sia più importante parlare di beghe, ricatti ed assunzioni di droghe di vari e presunti VIP o politici (che di politico hanno oltretutto e vergognosamente solo un immeritato stipendio da nababbi) piuttosto che occuparsi delle cose davvero serie ed urgenti che si necessiterebbe fare.
Un decreto, infatti, ha 60 giorni di tempo per essere convertito in legge, oltre i quali decade ex tunc, salva la facoltà del Parlamento di regolare i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto non convertito in legge.
Questo decreto antiviolenza ha tempo per la conversione in legge fino al 9 aprile; tuttavia, sarà discusso in Senato fra il 3 ed il 5 aprile, dopodiché il provvedimento dovrà nuovamente tornare alla camera per la sua definitiva approvazione (salvo ulteriori modifiche in Senato).
Per la serie "domani è un altro giorno e si vedrà". Eh, già, perché il Parlamento si fermerà per le vacanze pasquali almeno dal 7 aprile.
Come dire...tanto, «l'input» che ha causato questi "lavori forzati e forsennati" al nostro Parlamento, non c'è più; quindi, perché sbrigarsi a combinare qualcosa di concreto ed importante?
Nessuno vuole davvero il decreto e i suoi tentativi di rendere civile e fruibile da tutti uno sport da sempre tra i simboli dell'italianità; nessuno, però, lo ammette.
Il gioco della politica italiana continua, dunque, nel rispetto delle prese in giro dell'elettorato.
Tanto poi si può sempre dare la colpa alla legge elettorale sbagliata o alla nostra costituzione troppo "antica".

23 marzo 2007

Ristorante Aurum:da Singapore, per "abituarsi" all'aldilà (o per lo meno alla sua anticamera)

Che gli asiatici siano abbastanza strambi e spesso geniali è ormai un dato di fatto per noi occidentali. Che abbiano, dal nostro punto di vista, stranezze nei costumi e nei modi di agire è altrettanto noto, come del resto dimostrato in molti e diversi campi. Non stupisce, quindi, che proprio dall'Asia -da Singapore per la precisione-, venga l'ennesima stranezza asiatica: il ristorante Aurum. Situato vicino la riva destra della zona di Clarke Quay, l'Aurum fa parte del complesso de La Clinica, un bar/ospedale/discoteca in cui i clienti sono serviti da cameriere vestite da infermiere. La stranezza nella stranezza, dunque. Ma non è finita qui.
Aurum, che in latino vuol dire "oro", è una struttura in cui, per l'appunto, tutti gli oggetti d'arredo sono patinati d'oro; ma la stravaganza del luogo non è certamente dettata da così poco, bensì dalla struttura generale del ristorante, partendo dalle suppellettili per finire al menù. Si mangia, infatti, su tavoli d'obitorio, "comodamente" seduti su sedie a rotelle totalmente dorate, gustando piatti che mixano la cucina "tradizionale" con gli esperimenti dei laboratori chimici.
Usando, infatti, idrogeno liquido, siringhe, gas di varia natura ed attrezzi da cucina presi in prestito direttamente dai laboratori scientifici, ogni giorno i clienti del ristorante possono gustare 13 piatti diversi, tutti ideati e realizzati mixando le tecniche di cui sopra, dando così origine a quella che viene comunemente chiamata "gastronomia molecolare".
Tra gli chef, non solo le migliori forchette segnalate dalla guida Michelin, ma anche i cuochi internazionali che hanno ricevuto i maggiori riconoscimenti del campo -tra cui spiccano Edward Voon e Paco Roncero, discepolo di Ferran Andria, avanguardista spagnolo-, pronti a soddisfare le voglie del palato di circa sessanta commensali.



Il direttore artistico de La Clinica, Clement Lee, ha affermato che la sua visione di questo luogo è stata ispirata dall'artista inglese Damien Hirst, di cui sono esposte all'interno circa 15 opere. Disposto su 15.000 piedi quadrati di spazio, La Clinica è un labirinto di stanze, ognuna collegata con l'altra, su uno spazio diviso su due piani. La pianta del locale -visibile online al sito www.theclinic.sg/index.html - è rappresentata da pasticche di varia manifattura, colore e tipologia, che vanno ad identificare i diversi ambienti; al primo piano, dunque, dall’ingresso (raffigurato nella planimetria da una banale aspirina), si può scegliere se dirigersi verso il Morphin -una delle due discoteche-, l’Antrax -uno dei bar principali-, la Caffein -o stanza concettuale-, o la Traffic Pill, luogo di transito per il Sarin (la stanza delle coppie), il Cianyde -altra concept room-, piuttosto che per il lounge Amino. Da qui, infine, si può anche andare alla Dispensary, ossia la zona riservata al merchandising.
Al secondo piano, invece, si può scegliere se andare all’ampio ristorante-night club Aurum, oppure nella stanza privata Phobia, al bar Insanity o nella stanza "dedicata alle ragazze", la Delusion; il Delirium, infine, costituisce il vip bar.
Nella sezione online dedicata alla presentazione dei drinks che si possono gustare qui, l'home page si apre con una scritta propiziatoria:“il tuo ultimo sorso”, con tanto di fotografia che rappresenta una sacca di sangue attaccata a mò di flebo, con su scritto: “sex on a drip”,vale a dire uno dei cocktail presenti nel menù. Fra le altre bevande disponibili, infine, anche il “nitrosangrìa" o lo "spray margarita” oltre a , naturalmente, pasticche al wisky. Argomento non toccato, invece, quello del costo dei servizi offerti da La Clinica; laddove questo dovesse provocare salassi, però, almeno saprebbero già dove "sistemare" la vittima di turno. Augurandosi, tuttavia, che i commensali non la scambino per un prelibato piatto della loro particolare cucina..

21 marzo 2007

Love Land, alias la Disneyland del sesso



Nord dell'isola di Cheju, Corea. Meglio nota fino a non molto tempo fa come l'Isola dei Viaggi di Nozze. Evidentemente i suoi visitatori non dovevano essere un granchè informati sul tema della fornicazione e dei piaceri sessuali se, proprio in quest'isola, è nato un parco che esplicitamente suggerisce ed insegna come trascorrere per lo meno la prima notte di nozze.

Oppure è nata proprio dalla ricca pratica sensoriale qui teoricamente praticata l'idea di costruire una Disneyland del Sesso in questa minuscola isola coreana.
E' il Love Land, un parco grande quasi quanto due campi da calcio, oasi felice dell'assenza di tabù in un paese fortemente rispettoso di usi e costumi non propri liberi. Attenzione però, non si tratta di mercializzazione di corpi o di vendite pornografiche rese lecite, ma piuttosto di un luogo in cui i novelli sposini possono prendere spunto per trascorrere i loro giorni sull'isola, piuttosto che educare sessualmente gli individui sin da piccoli...Sono ammessi, infatti, anche i bimbi sotto i 12 anni, che godono dei benifici della loro minorità non pagando il biglietto di ingresso, purchè siano accompagnati da adulti. Il tutto, dunque, come fosse un normalissimo luogo dove fare una passeggiata in compagnia dei propri figli, approfittando dell'occasione per insegnar loro anche qualcosa che vada al di là della solita vecchia storia dell'ape e del fiore.
La mano qui è stata calcata per bene sul concetto di "raffigurazione"; se infatti non si tengono corsi di educazione sessuale né si affittano ettari di terreno per soddisfare i pruriti sessuali dei visitatori, si fornisce tuttavia loro -ed in modo inequivocabile- il kamasutra acrobatico del nuovo millennio, attraverso gigantesche statue falloformi, piuttosto che inverosimili cartelli stradali o sculture in pietra di vario genere.
Ad esempio, a dare il benvenuto ai visitatori, una statua color oro raffigurante un uomo e due donne; l'uomo è in piedi, una delle due donne è in ginocchio e l'altra in acrobatica posa intorno al suo collo. Un consiglio pratico ed utile, quindi, per chi ama i menage a trois o non sa come risolvere il problema della propria infedeltà coniugale scoperta dal coniuge..
Lungo il percorso del parco, inoltre, si passa in rassegna tutto l'archivio del sesso e dell'erotismo, senza escludere i piaceri "solitari"; a riprova di ciò, una bicicletta "speciale", che ha come copertone delle piume invece che la gomma...
Se proprio dovesse essere vera la dicerìa-leggenda sulle misure degli uomini asiatici, attraverso il Love Land, almeno, viene data loro la possibilità di tirare fuori il proprio potenziale..del resto, tra i luoghi comuni c'è quello de "l'importante è saperlo usare"..che sia l'unico esempio di eguaglianza ideologica e pratica possibile?

19 marzo 2007

L'omo ha da puzzà

L'omo ha da puzzà. Finalmente è stato scientificamente dimostrato.
Lo sapevo che in fondo avevo sempre avuto ragione e che prima o poi qualcuno, invece, di etichettarmi come tipa stramba, avrebbe riconosciuto i miei meriti...
Una ricerca della University of California Berkeley (gli americani sì che si dedicano a cose importanti, altro che noi e le disperate ricerche del cervello della Gregoraci), ha, infatti, stabilito che una sostanza contenuta nel sudore maschile provoca in noi femminucce l'innalzamento del livello di un ormone, correlato sia all'attività cerebrale che a quella sessuale.
E' ovvio, che laddove l'una attività manchi, l'altra sarà stimolata per due...da questo assioma, dunque, la conseguente spiegazione alle azioni di bimbe di 14 anni che trastullano in vario modo i compagni di classe durante la ricreazione, piuttosto che la facile apertura di gambe di neo-dive o simil tali.
Stando a quanto pubblicato sul prestigioso Journal of Neuroscience, dunque, deve tornare in voga l'uomo alla Tomas Milian dei tempi d'oro del Monnezza: canotta lurida, ascella alla Franchino (ricordate "Fantozzi subisce ancora"?) e mano che, a seconda dell'occasione, "pò esse piuma o pò esse fero", per dirla alla Mario Brega.
La cosa più interessante dello studio è tuttavia la sua assoluta validità; precedentemente, infatti, esperimenti su reazioni ormonali create da feromoni (cioè le sostanze prodotte dalle ghiandole sudorali) erano già stati fatti, utilizzando però come cavie topi ed insetti.
Quanto pubblicato dall'università statunitense, invece, si basa su esperimenti effettuati su esseri umani; ad alcune studentesse della stessa University of Berkeley, infatti, è stato chiesto di annusare una bottiglia contenente andriostadenone -ormone presente nel sudore degli uomini- ed una di sostanza neutra. Il risultato è stato che quelle che avevano odorato la sostanza neutra se ne sono tranquillamente tornate alle proprie attività, mentre nelle altre è stato riscontrato un aumento del livello del cortisolo, che sebbene di per sè non sia un ormone sessuale, influenza tuttavia lo stato cerebrale, apportando miglioramento dell'umore e dell'eccitazione sessuale.
Ne deriva, dunque, che anche secondo gli scienziati l'omo ha da puzzà.
Proprio lo scorso agosto, tuttavia, alcune star holliwoodiane del calibro di Brad Pitt o Colin Farrell sono state messe alla gogna dai mass media proprio perchè parevano avessero qualche problema con la propria igiene personale.
Non resta altro, a questo punto, che chieder venia per aver in tal modo cercato di offuscare l'enorme fascino di questi divi e la sensibilità di chi li emula in tutto e per tutto, togliere dalle città i cartelloni promozionali dell'epilazione maschile con l'ottusangolo del Grande Fratello 1 (al tempo Sergio Volpini, fan della cera a caldo), fregarsene dei bagnoschiuma col ph neutro -perchè tanto le ascelle è inutile lavarsele- e soprattutto, seguire, sempre e comunque, il proprio naso...nel peggiore dei casi, porterà ad un accoppiamento..

18 marzo 2007

Dieci modi per resistere in un mondo di mezzeseghe

Cresciuti come siamo in un mondo di eroi, superman e fantastici quattro, in questi giorni di crisi e caduta di valori diventa problematico recuperare la stima perduta.
Accade anche ai migliori smarrirsi lungo il cammino, figurarsi a chi non è abituato a farsi raccomandare nè guidare. Certo, la cronaca si insinua da sempre nel mondo di chi cerca un lavoro, o una semplice parte. E così vien da chiedersi come poter uscire dal tunnel della depressione senza per questo dover vendere la propria dignità. Le contraddizioni sono molteplici come gli stessi professionisti della comunicazione assicurano ma il decalogo è presto fatto.
1) Partendo da una grossa verità, cercare di essere una sega totale e avere quella metà in più che manca agli altri;
2) In ogni caso, sega, mezzasega o competente, avere assolutamente faccia tosta e convinzione di quello che si fa;
3) Decidere di non diventare una sega totale, munirsi di fascetta alla Rambo e santa pazienza. Scarpe comode e sorriso preconfezionato. Al che bussare a tutte le porte sperando che qualcuno ti apra e non ti scambi per un rivenditore della Folletto;
4) Espatriare in altre nazioni più propense a valorizzare il talento individuale piuttosto che la raccomandazione che l'ha portato avanti, sperando di non essere tu, questa volta, "il parente di";
5) Rassegnarsi a vivere con uno stipendio basso ma con tanta stima da parte di amici e familiari (quella sul posto di lavoro, invece, a volte la si guadagna con le capacità, altre con l'invisibilità);
6) Scherzi a parte, mantenere viva e costante la speranza che ciò che sai fare prima o poi venga fuori e venga riconosciuto da chi ti può dare una mano a realizzare i tuoi sogni. Altrimenti ti resta solo una strada, di cui al punto successivo;
7) Aprire un chiosco di grattachecche sulla spiaggia delle Maldive. Potrebbe, oltre a fornirti un'abronzatura invidiabile, renderti il "confidente" di assetati vacanzieri, il più delle volte benestanti ed annoiati uomini d'affari;
8) Rassegnarsi a mettere nel cassetto le proprie lauree e specializzazioni per andare a lavorare come commesso full time in un negozio d'abbigliamento;
9) Se si è donna, tentare la via del circolo bocciofilo: uomo di mezza età, ancora parzialmente dedito a gustarsi la vita, probabilmente con una, anche se esigua, sommetta in banca, smanie di carriera deposte o già realizzate. Probabile possibilità per lei di rappresentare l'oggetto del desiderio altrui. Ergo: mantenimento a spese altrui.
Stessa cosa per gli uomini, con tuttavia, necessario cambio del luogo; qui si consiglia un circolo di bridge oppure i teatri di domenica pomeriggio. Cambia il sesso delle vittime, ma forse l'avidità femminile a una certa età è maggiore e per le donne sentirsi desiderate a qualsiasi età è fondamentale;
10) Last, but not least, ironizzare sul mondo di mezzeseghe e con spirito affrontare le maggiori difficoltà che si pongono a chi non lo è nemmeno un pò;




-Pezzo uscito il 25/12/2006 su www.imgpress.it-

15 marzo 2007

Sara e i suoi vizi da non dover per forza raccontare

Sara e i suoi vizi. Questa la riflessione che mi ha accompagnato stanotte, in seguito all'ennesima volta in cui, da povera "amica dell'amica", mi son dovuta sorbire 2 ore di chiacchiere inutili con un tipo dal cervello presumibilmente ristretto, che aveva puntato la mia bionda e boccoluta amica.
Mi sono trovata a svolgere un lavoro inaspettatamente arduo: inizialmente quello di far capire ad un misogino di tal specie che l'essere bionda non equivale necessariamente a desiderare solo diamanti. In seconda istanza, dato che l'attrezzo in questione pensava stessi facendo semplicemente degli elogi immaginari alla mia amica (in base ovviamente al precetto che se sei gnocca non puoi avere anche la testa e che al massimo tenti di far vedere di averla, sebbene in realtà non la possiedi affatto), ho puntato sullo sciorinamento dei vizi di Sara, augurandomi che, per toglierle di dosso questo troglodita del Terzo Millennio, sarei riuscita a smontare le sue mire di conquista svelando qualche suo vizietto, magari leggermente amplificato per raggiungere più facilmente il mio obiettivo. L'importante era, infatti, liberarla da questo rozzissimo bipede.
Tabagista dissoluta, dedita al bere e al mangiare, senza alcun freno inbitorio davanti ad una porzione di pasta ai funghi piuttosto che di pesce. Qui, tuttavia, ho sottovalutato la facoltà onirica del soggetto che avevo davanti; è, infatti, noto ai più -lui compreso- il trinomio Bacco, Tabacco e Venere, il che gli ha evidentemente fatto immaginare una lascivia irrefrenata della mia amica.
Per cercare di riparare la situazione, quindi, ho sottolineato come la voglia di Sara di smettere di fumare sia paragonabile a quella di Zeno, con conseguente puzza di fumo in ogni angolo della sua casa, della macchina o sui vestiti. Sorprendentemente, a questo punto il novello Casanova ha tirato fuori dal cilindro una reminiscenza scolastica a proposito delle sigarette; Freud, infatti, ha sottolineato una equivalenza simbolica tra la sigaretta ed il fallo, causando di conseguenza in lui l'arriciamento dei capelli ben scolpiti dal gel e lo sfregamento compulsivo delle mani.
Sono tornata, quindi, all'elogio delle sue virtù, nella speranza che capisse che una donna intelligente è molto più pericolosa di una stupida; gli ho parlato delle sue"letture pesantissime"e dell'amore per la musica classica. Quando mi ha risposto di non capirne di letteratura dato che non legge e di adorare anche lui la musica classica per la sua insita capacità soporifera, ho capito che sarebbe stato davvero un osso duro e che dovevo assolutamente escogitare qualcos'altro.
Come se non bastasse, Sara torna amabilmente al tavolo, sfoderando un sorriso perfetto e presentadosi allo sconosciuto, ben contenta di vedermi indaffarata da un pò di tempo a parlar fitto fitto con lui. Risultato: Sara ha iniziato a fare i miei di elogi, esaltando i miei pregi come solo chi ti vuole bene sa fare senza risultare ruffiano. All'ascolto di un brano che adora, si è quindi gettata in pista, facendo voluttuosamente ondulare quel gonnelino striminzito e tutto colorato, perfettamente visibile anche da lontano.
A questo punto, l'apoteosi: il soggetto di cui sopra, ben felice di notare la sensibilità e le doti ballerine della mia amica, ha iniziato a chiedermi come fare per conquistarla, i suoi gusti e le sue passioni.
Fatto tesoro del precedente scambio di battute sulla musica classica, ho deciso di proseguire nell'elenco dei vizi, sottolineando come la sua indecisione rasentasse la petulanza, come il suo finto parlare forbito fosse in realtà alternato -nei momenti di intimità o confidenza- ad un linguaggio misto tra il romano, l'italiano ed il calabrese (i suoi genitori sono infatti del Sud), causando spesso una impossibilità di comunicazione con lei.
Ho poi proseguito nel citare le sue innumerevoli manie: comprare scarpe di qualsiasi tipo e modello, ma non prima di aver girato milioni di negozi, aver chiesto consiglio a tutte le commesse e le amiche al suo seguito e magari aver deciso di tornare al primo posto in cui la sua attenzione si era posata.
Augurandomi che anche lui appartenesse alla schiera di uomini che odiano andare a fare shopping con le proprie compagne, ho quindi esagerato le manie spenderecce di Sara, delineando sostanzialmente un lato psicotico notevole, che la porta, tanto nei momenti di gioia quanto in quelli di nervosismo, a prosciugare letteralmente il fondo in banca per acquistare qualcosa che il più delle volte termina direttamente nell'ultimo cassetto dell'armadio.
La sua mania di ascoltare sempre a tutto volume la musica, anche di prima mattina, speravo avesse il giusto effetto su uno che a quanto mi sembrava soffrisse di narcolessia; anche questo tentativo, però, si è rivelato inutile, dato che il suo animo punkettaro ha goduto alla sola idea di poter suonare alle 4 di notte la sua amata chitarra acustica. Proseguendo nell'ambito delle manie, ho svelato come Sara ami leggere prima di andare a dormire, anche una pagina, ma rigorosamente tutte le sere, per poi dedicarsi a chiacchiere interminabili con chi condivide il suo letto. Qui, come per la musica classica, il sapere che una voce che parla ininterrottamente prima di addormentarsi ha effetto soporifero e calmante mi ha spiazzato quasi del tutto.
Ho deciso allora di mentire spudoratamente, puntando sull'unica cosa che un uomo non potrebbe mai tollerare appartenga alla sua donna: l'essere fallofobica. Sara che si sbaciucchiava in pista con il suo ragazzo, però, mi ha smentito in pieno, gettandomi definitivamente nella disperazione ed invogliando invece il mio compagno di tavolo a capire se eventualmente lei fosse fallofobica solo con il tizio in questione, data la mia recente affermazione.
Saltuariamente iraconda, intollerante, sicura di sè anche se profondamente fragile; lussuriosa, a volte accidiosa e sicuramente rompiscatole quando ha la luna storta. Tuttavia, il bellimbusto era ancora lì interessato sempre di più a Sara, finchè, è avvenuto il miracolo: presa dalla sindrome di Dirty Dancing, nell'effettuare un volteggiamento, la mia amica cade rovinosamente a terra, mostrando a tutti le vecchie mutande della nonna. Oltre ad essere fondamentalmente un'imbranata, l'assenza di fili interdentali al posto delle mutande -per di più con tanto di orsetti ballerini disegnati- l'ha punita per le sue manie di protagonismo.
Perchè, in fondo, per essere una gnocca, devi anche potertelo permettere a tutto tondo.



-Pezzo uscito il 13/01/2007 su www.imgpress.it

13 marzo 2007

Il "fattore stronzo"

Che gli uomini ai posti di comando in un ufficio siano spesso frustrati individui, dediti solamente alla carriera con nascoste velleità da Casanova è risaputo.
Che disgraziatamente una donna -il più delle volte corrispondente alla tipologia di zitella acida, cliente abituale di sexy shop ed amante della festa dell'8 marzo- sia ai vertici delle responsabilità è cosa abbastanza comune.
Ma Robert Sutton, novello supereroe dell'impiegato, non riesce a rassegnarsi all'idea che i moderni cloni del ragionier Fantozzi siano costretti a vedere filmati motivazionali e a farsi week-end coi colleghi in un agriturismo per rinsaldare l'armonia del team invece di starsene tranquillamente spaparanzati in poltrona. Magari perchè ritiene che la noia è un grande vantaggio: ha sempre qualcosa da dirti. Insomma, non arriva mai per caso. L'importante è capire quando e con chi ti annoi.
Sutton proprio non riesce a far tacere quel grido che gli opprime l'ugola: "il capo è uno stronzo!".
Sceso dalla cattedra di Stanford, questo professore ha non solo recentemente pubblicato uno studio in cui analizza il "fattore stronzo", ma anche creato un sito internet, dove le vittime di capi-tiranni (ed il più delle volte anche imbecilli) possono lasciare la loro esperienza traumatica.
La pubblicazione di questo studio, tuttavia, non è cosa originale, dato che in passato molti sono stati i manuali e prontuari per la difesa contro il capo malefico.
Ovviamente, con tanto di regole da seguire per evitare di soccombere alle più svariate tirannie dei superiori.
Negli USA, addirittura, un sito internet, My Bad Boss Contest, ha inaugurato una competizione per eleggere il peggior capo negli uffici; tale competizione è basata sui racconti dei dipendenti-martiri, da inviare con un massimo rigoroso di 250 parole a pezzo. Premio della gara, una vacanza relax, vinta lo scorso agosto da un tizio che si è visto togliere dalla busta paga 100 dollori dal suo capo; il suo simpatico Zio Paperone, infatti, si è trovato costretto a ridurre l'onorario del suo staff poichè in un solo giorno -tale 11 settembre 2001- tutti gli appuntamenti del suo studio dentistico furono contemporaneamente annullati, con grave danno per la propria attività.
Tornando a Stanford, di preziosa utilità è stata la sua netta distinzione tra "stronzi saltuari" e "stronzi ufficiali"; a seconda di chi si ha per superiore, infatti, il professore consiglia solidarietà e collaborazione con i colleghi egualmente esasperati, lo sviluppo della capacità di distacco emotivo dalle situazioni di mobbing o il ricorrere dallo psicologo.
Non dimenticando, però, chi sta dall'altra parte della barricata, l'esimio professore consiglia anche ai quadri dirigenti di incalanare la propria cultura d'impresa verso una "gestione efficace della stronzaggine"; eh, già, perchè mica uno ci nasce stronzo...sono le esperienze della vita che ti ci fanno diventare. Della serie: se non hai niente da fare non sforzarti di inventare qualcosa. Rischi solo di peggiorare la situazione.
Parole davvero molto sagge e d'ausilio al popolo dei bistrattati dai capo uffici idioti, se non fosse che i manuali di provenienza statunitense trascurano una serie di fattori che impediscono la generalizzazione dei metodi risolutivi anche al caso italiano.
Per l'Italia, infatti, bisognerebbe fare un discorso a sè stante, tenendo bene presenti alcuni punti:
1) In genere, in una azienda italiana, il capo è il padrone della bottega; nel caso non lo sia, è tuttavia sicuramente un parente prossimo o acquisito del Grande Capo.
Mandarlo a quel paese organizzando proteste di fantozziana memoria, porterebbe, dunque, solamente all'immediato stato di cassintegrato;
2) Nel caso in cui il proprio capo sia una donna -e non si sia stati ancora molestati sessualmente da lei in alcun modo-, si deve riconoscere che -al di là della possibile frigidità della donna-capo, causata dalla venuta degli attributi maschili per un adeguato ricoprimento del ruolo di donnaboss nel XXI secolo-probabilmente la capa non starà a sentire il dipendente frustrato, tutta impegnata ad impartire ordini alla segretaria bruttina ed occhialuta e a dettare al telefono al personal shopper la sua taglia esatta;
3) Spesso e volentieri i dipendenti italiani si lamentano del proprio capo perchè a causa sua non è stata istallato nel corridoio più vicino un distributore di cibo adeguato ai crampi allo stomaco del zelante lavoratore; come la scienza insegna, del resto, il cervello per funzionare bene necessita di zuccheri. Dato che le mense, però, sono spesso colme di simil cibi rigorosamente modificati, il distributore è l'unica possibilità di ossigenazione del cervello;
4) A causa delle leggi antifumo, inoltre, il povero dipendente italiano, lontano dalla salubre filosofia statunitense, è posto dallo Stato stesso nella condizione di doversi assentare con una certa frequenza dal proprio posto di lavoro, magari per andare a rinchiudersi in bagno o in altra stanza off-limit con l'unico scopo di assecondare il proprio tabagismo.
Questa, dunque, è in fondo la vera ragione dell'assenteismo generalizzato negli uffici, con annesso giramento di scatole da parte del capo salutista;
5) In occasione di partite della Nazionale piuttosto che della squadra del cuore, vige in Italia il diktat della "chiusura improvvisa e momentanea" dell'ufficio in questione; lo svago ludico e fideistico, del resto è nei geni del lavoratore italiano;
6) Esiste nel nostro paese una categoria dello schiavo doc: gli stagisti, che lavorano gratuitamente nelle aziende per tempi lunghissimi e con orari assurdi.
Perchè dunque far lavorare i dipendenti retribuiti da contratto? E' normale che poi questi si muovano in rivolta contro i superiori.
Unica consolazione, dunque, per i lavoratori italiani impossibilitati a seguire i consigli americani, è, tuttavia la consapevolezza di avere nel nostro sistema lavorativo una maggioranza di "stronzi ufficiali", che spesso e volentieri sposano questa peculiarità all'essere anche degli incompetenti totali.
Dover infatti combattere contro un capo preparato e "stronzo saltuario" comporterebbe una regolamentazione delle partite a tressette in orari morti, rispondere al telefono ogni volta che squilla e non poter andare nelle ore di lavoro dal parrucchiere o a fare la spesa.
La saltuarietà della stronzaggine del capo, infatti, permette, come per le targhe alterne, di fregare il superiore con i fantasiosi modi del cazzeggio all'italiana un giorno sì e l'altro no.
Scrivere un libro contro queste arpie "efficienti" piuttosto che "lavorare" implicherebbe, infatti, la diminuzione dell'altissima produttività aziendale italiana.


-Pezzo uscito il 07/02/07 su www.imgpress.it-

07 marzo 2007

i-Pod, vibratori e rispetto dell'ambiente: quando la tecnologia supera la fantasia

"Chi fa da sè fa per tre". La saggezza popolare, interpretata in un senso più generale e malizioso, potrebbe confermare ciò che recenti studi scientifici hanno del resto dimostrato: una attività sessuale regolare fa bene alla salute, oltre che all'umore.
Tali benefici vanno dal consumo di calorie -idoneo per chi ha la perenne preoccupazione della bilancia dato che è paragonabile ad una partita di squash-, al miglioramento del senso olfattivo, al dimezzamento del rischio di un attacco cardiaco o di un cancro alla prostata.
Ma chi è senza partner o non aiutato da Madre Natura è destinato a soffrire le pene dell'inferno, con annessi dolori reumatici ed umorali? Possibile che in tempi di amore, pace ed impegno sociale -tanto affanosamente fatti tornare in voga negli ultimi anni- possa esistere una categoria così palesemente discriminata?
Assolutamente no. Anche se l'emittente britannica Channel 4 ha deciso di sospendere la programmazione di una serie tv sulla masturbazione -impedendo quindi una diffusione pedagogica sull'argomento piuttosto che una soddisfazione visiva per chi ama guardare-, per fortuna, al di là delle ataviche e personali conoscenze sulla forma di amore più antica al mondo, anche la tecnologia viene in soccorso a chi, costretto a passare le proprie serate davanti alla tv, non può far altro che riempirsi di antibiotici ed antidepressivi per sopperire a problemi di salute causati anche dalla mancanza di sesso.
Se inoltre, come altri studi hanno dimostrato, la musica è davvero un toccasana per l'umore oltre che un'alleata terapeutica, perchè non fondere i due "rimedi naturali" del sesso e della musica per aumentare la sanità e la longevità delle persone?
Questa, quindi, l'idea alla base di un nuovo prodotto tecnologico messo sul mercato dagli ingegni inglesi: un vibratore collegato all'iPod.
Tuttavia, per non discriminare la salute anche dei maschietti, la versione di questa panacea tecnologica non è rivolta solo a noi donne, bensì è stata pensata proprio per tutti. In realtà, infatti, i vibratori sono due: un coniglietto per lei -con tanto di orecchie per soddisfare adeguatamente anche le appartenenti alla categorie delle clitoridee- ed un anello per lui -le cui dimensioni, però, non è ben specificato se sono standard o regolabili-.
In ogni caso, sia il coniglietto che l'anello sono realizzati senza ftalati, nel rispetto -si legge nel sito che promuove questo anomalo "toy"- della volontà di Greenpeace di non utilizzare questo tipo di composti chimici nei giocattoli sessuali.
Per riuscire a soddisfare proprio tutti, infine, sono previsti undici livelli di vibrazione, crescenti in parallelo al volume della musica, causa della vibrazione di questi bussolotti da inserire all'interno del coniglio o dell'anello.
Sostanzialmente un mix oggetistico tra Alice nel Paese delle Meraviglie e la trilogia di Tolkien.
Ma l'iBuzz Two, a ben guardare, è solo l'ultima novità tecnologica del settore; prima, infatti, erano già stati messi in commercio altri similari strumenti di piacere, quali ad esempio il vibratore-USB (rigorosamente compatibile con Windows XP o 2000 in nome della globalizzazione informatica e con 6 modalità di velocità), l'egoistico OhMiBod (da attaccare al proprio i-Pod tramite apposito cavo supplementare), per finire, quindi, ai pratici bussolotti The Toy, che funzionano attraverso la semplice connessione in Bluetooth e la ricezione di messaggi di testo sul proprio telefonino (venduti in altrettanto pratica valigetta anonimatamente metallica contenente sei coloratissimi bussolotti, facilmente spacciabili, oltretutto per i contenitori delle sorprese della Kinder).
Ora un dubbio mi attanaglia: cosa potrebbe succedere se decidessero di usare l'iPod video da 60 GB? Probabilmente, ci sarà qualcuno che canterà, sulle orme di Marvin Gaye,"the love you give to me will free me"..speriamo solo, a questo punto, che non lo faccia davanti ad altri con le cuffie dell'iPod alle orecchie...il dubbio che l'agitazione del cantante solitario non sia dovuta alla sola melodia, potrebbe, a questo punto, essere lecito..



-Pezzo uscito il 06/02/07 su www.imgpress.it-

03 marzo 2007

Ma siamo un paese di santi, navigatori ed eroi, o solo di mignotte e voltagabbana?

Vagando su internet in questa giornata di scarsa attività intellettuale causata dall'alcool della scorsa notte, mi sono ritrovata a fare un test curioso: scoprire la propria personalità scegliendo l'eroe di fantasia preferito.
Tra i molti proposti, scelgo lui: Bugs Bunny, il coniglio irriverente della Looney Tunes.
Il verdetto è implacabile: "coniglio abbastanza intelligente, che per uscire dai problemi non soltanto ricorre costantemente alla violenza, ma si veste da donna e arriva anche a baciare altri maschi... Gli piacciono da morire le carote, cosa che può essere interpretata come simbolo fallico.Profilo psicologico: bisessuale, travestito e psicopata abusivo".
Per curiosità -e per la verità anche un pò risentita da questo perentorio giudizio- scelgo di volta in volta tutti gli altri eroi proposti, scoprendo così man mano di essere "omosessuale, esibizionista e farmaco-dipendente", piuttosto che "bulimica, anoressica e delirante, avente doppia personalità, col vizio delle droghe, psicopata aggressiva e schizofrenica" o "frustrata, egocentrica, con un alto livello di insicurezza e potenziale aggressore, inguaribilmente cornuta e probabilmente maniaco-depressivo", senza, naturalmente fammi mancare multipla personalità e tendenze sado-masochiste.
A questo punto la mia razionalità di donna del 2007 mi porta a chiudere frettolosamente questa pagina internet, rifiutandomi di attivare le mie attività cerebrali per pormi davvero il problema di essere come dal test descritta.
Poi rifletto: è naturale che non mi ritrovi in questo profilo...mi hanno escluso dalla lista Lady Oscar!...anche se, in effetti, una donna che finge di essere uomo dedicandosi alla carriera militare e al perseguimento della giustizia, -ma che poi abborda un altro uomo dello stesso reggimento- mette a dura prova la psicologia di chiunque, rendendo naturale il passaggio da psicologia a psicopatia.
Decido che è ora di crescere, di staccarmi dai modelli eroici della mia infanzia; troverò un altro eroe in cui identificarmi, cercando questa volta, però, nella realtà dei nostri giorni.
..La De Filippi per aver rotto il connubio "donna avvenente- star televisiva"? ..Anche se, in effetti, potrebbe essere un eroe già solo per aver sposato Costanzo..o forse è lui qui l'eroe??
Questo dubbio non è solvibile. Passo oltre.
Ho forse trovato il mio eroe: Kate Middleton.
"La donna che ha detto di no alla Regina", in effetti, è stato il titolo più uscito sui tabloid di tutto il mondo negli ultimi mesi dell'anno.
Dopo tutto, però, ci vuole ben poco a fare l'eroe quando si è la compagna di William d'Inghilterra, senza contare che, per simpatia, sinceramente, le preferisco Chelsy Davy, sregolata ed irriverente ragazza (od ormai ex?) del fratello Harry.
Ora però mi sono incaponita; voglio a tutti i costi scovare un eroe italiano. E' possibile che questo Paese dal passato così glorioso abbia una latitanza tale di eroi moderni?
A questo punto, un'illuminazione: l'ex Presidente Berlusconi!
L'uomo che ha dichiarato nel suo contratto con gli italiani di costruire finalmente il ponte di Messina, di dimezzare la disoccupazione del nostro paese creando milioni di nuovi posti di lavoro, che ha avuto tanto coraggio da ammettere durante il suo quadriennio di essersi fatto un lifting per ringiovanire il suo aspetto, di aver subito un trapianto di capelli per confermare la leggenda di Ercole e da definire coglioni -a pochi giorni dal voto!- tutti gli italiani che nelle imminenti elezioni non avrebbero votato per lui.
Potrebbe essere un valido eroe dei nostri tempi, se non fosse che un altro personaggio mi è venuto alla mente: Clemente Mastella.
Ex democristiano, ex Ministro del Lavoro nel primo governo Berlusconi, fondatore dell'UDEUR dall'incerto connotato politico, arrivato illibato al matrimonio ed attuale Ministro della Giustizia.
In occasione, i primi di dicembre, del convegno sulla legalità tenutosi a Vicenza rilancia l'idea di un Grande Centro per le prossime elezioni europee. Casini, Pizza, Rotondi, Pomicino, Fiori; nessuno escluso, tutta la ex DC appassionatamente insieme.
Il dubbio è lacerante. Analizzando la vita politica del nostro Paese se ne potrebbero scorgere molti di eroi; non so chi scegliere. Forse è meglio che allarghi l'orizzonte dei possibili candidati.
Santoro ed il suo ossigenato ritorno dal limbo dei reietti? No, anche perchè l'eroe in questione non sarebbe lui ma chi gli ha fatto quell'acconciatura. L'outing di Gigi D'Alessio ed Anna Tatangelo? Nemmeno....La loro storia durava da tre anni ed al di là del fatto che lui era sposato, lei era ancora minorenne.
Basta, mi piego alla realtà.
In Italia non ci sono eroi, se non le vittime della follia umana e dei mali del nostro paese.
Sconfitta da ciò e quasi sul punto di ritirarmi tristemente di nuovo sotto le coperte, l'occhio mi cade su una notizia d'oltreoceano.
Ho finalmente trovato il mio eroe: Victoria Beckham!
Ha deciso di tagliarsi i capelli (tra l'altro finti) a caschetto per poter fare più sesso col marito; le extensions, infatti, volavano spesso e volentieri nel bel mezzo della passione interrompendo il loro momento magico.
A riprova che il detto latino "melius abundare quam deficere" è, attualmente, simbolo di una italianità piccola piccola.


-Pezzo uscito il 02/01/07 su www.imgpress.it-