18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



28 novembre 2008

In viaggio con la Momboye Dance Company

“La danza è un grido e uno scritto, è creazione e memoria”. Così si presenta Georges Momboye, coreografo della Costa d’Avorio tra i più interessanti ed apprezzati al mondo. Al Teatro Olimpico solo per il 3 dicembre, all’interno della stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, Momboye presenterà con la sua Compagnia due classici della danza, Prélude à l’aprés midi d’un faune di Debussy e la Sacre du printemps di Stravinskij, insieme ad una prima assoluta, commissionata dalla stessa Accademia e dalla 15esima Biennale de danse du Val de Marne, Entre ciel et terre, su musiche di Bartók.
Caratteristica della danza di Momboye è la fusione tra gli elementi propri della cultura africana -per coreografia e tematiche- e quelli delle danze moderne e contemporanee. Estremamente importante è il gesto, in cui non esistono simbolismi, bensì si hanno chiari e netti significati, con intenzioni leggibili e grande spazio all’interpretazione.
Nel Prélude, Momboye è solo in scena, dovendo incarnare un fauno che si diletta a suonare il flauto e dopo incontri amorosi con delle ninfe torna a riposare beato; questa esibizione lo ha consacrato come una sorta di Nijinskij in versione ivoriana.
Per La Sacre du printemps, sul palco con lui, invece, anche sedici giovani ballerini, che in un’ardita composizione di passi e gesti che rimandano alla tradizione africana, si misurano con la difficile musica di Stravinskij.
In Entre ciel et terre, infine, nove i ballerini protagonisti, che, insieme ai musicisti, sposano la corporeità delle simmetrie di due Quartetti per archi di Bartók, con la cultura africana e il mondo occidentale.
Un’occasione davvero imperdibile, dunque, per farsi prendere dal mal d’Africa ed ammirare tecnicismi raramente proposti in maniera così perfetta.


1 dicembre
Momboye Dance Company
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Ore 11.00 e ore 21.00
Biglietti: da 15 € a 30 €
Infoline: 06. 3201752
-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 29.11-5.12.2008-

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